18 Marzo 2014

Napoli, secondo voi, è presentabile?

"Il Bibliotecario" - Il focus di Antonio De Robbio sul blog di NapolinVespa. 

Ogni città vive di elementi "fisici" (le architetture, i monumenti e persino i servizi) ed elementi metastorici o se volete aleatori: la bruttezza, la bellezza, la presentabilità. Inoltre ci sono, io credo, città da capire (Napoli, Milano, New York, Roma, Berlino, Palermo eccetera) e città da "subire" (Firenze, Torino, Strasburgo...). Per subire intendo questo: città che fanno della presentabilità il loro biglietto da visita. La presentabilità e basta... senza andare nei particolari. Queste città da subire (quasi sempre magnifiche) spesso non sono metropoli ma cittadine e si sono guadagnate sul campo le stellette della presentabilità. Oserei dire che la presentabilità diventa un luogo comune. Non faccio esempi poiché questo non è uno scritto pro o contro, fatto che è sempre banale.

Quando è nato il concetto di presentabilità di una città, qui in Italia, in età moderna? E' nato verso la fine del 700 ed ha raggiunto l'apice con l'Unità. Escludendo il Sud dai meccanismi di produzione quasi del tutto, l'Italia dichiarò, ipso facto, la presentabilità, l'eccellenza di alcuni posti d'Italia a discapito di altri. Attenzione. Messa in questo modo, la presentabilità diventa una forma di merce in quell'industria del turismo che dal 700 è sempre stata florida in Italia.

Ebbene, se prendiamo ciò che scrive il turista Goethe, vediamo che tra le città italiane (piccole, sporche, cattive, a rischio epidemia, pericolose eccetera) non c'è quasi alcuna differenza. Milano è un piccolo centro, chiuso ne nella prima cerchia dei Navigli. Si arrivava in barca fino al Duomo, se non erro dove ora è Via Torino. Idem Roma, più estesa ma sostanzialmente rinchiusa nelle Mura Aureliane fino ad 800 inoltrato. Idem Napoli, anche se popolatissima. Non esistendo il concetto di presentabilità post-unitario, Goethe vive l'Italia con il solo pallino fisso di raggiungere Napoli e poi la magnogreca Palermo.

Con l'Unità la situazione si capovolge: è il solo concetto di presentabilità a contare. Purtroppo tale concetto è molto limitativo, piccolo borghese, del tipo: "a X tutto funziona, tutti sono civili... mentre ad Y tutto è barbarie". Questi concetti, che possiamo sentire indifferentemente uscir di bocca ad un professore di filosofia oppure ad una donna del popolo, fanno parte del bagaglio miracolistico dell'italiano medio. E non sono veri. O forse sono veri in minima parte.

Napoli è la metropoli italiana che si cerca di affossare da secoli, grazie a questi concetti da bar dello sport... ma che nessuno riesce ad affossare.

Perchè? Perchè quando si entra nel suo corpo (con Napoli bisogna avere solo rapporti carnali mai romantici) si capisce e ci si stupisce di quanto sia presentabile. Eppure, a detta di molti, è la città più impresentabile del mondo. Destino che la accomuna alla meravigliosa New York.

Antonio De Robbio

Foto: Naporama.it