Napoli, tappa dell'Odissea e terra di Sirene
Partiamo dal nome. Li Galli. Perché?
Dunque, nell’iconografia classica le Sirene venivano raffigurate per metà donna e per metà uccello, di una specie molto simile al gallo per l’appunto. Questa raffigurazione non era ben gradita alla Chiesa che volle le ali solo per soggetti “degni” come gli angeli, i santi… Ecco perché le ali delle Sirene si trasformarono in pinne ed ancora oggi, immaginando una Sirena, ci viene in mente una bellissima donna con una grande pinna al posto delle gambe.
Ma perché queste isole furono chiamate de Li Galli, quindi delle Sirene?
Nella mitologia classica le Sirene rappresentano le insidie e le difficoltà in cui si imbatte chi naviga. Ecco quindi che, nell’attraversare un mare con forti correnti che possono mettere a dura prova capitani ed equipaggi, il Mito preferisce lasciare invariata la sostanza, modificando però la forma, e raccontare di creature affascinanti che con il loro canto “distraggono” gli equipaggi fino a causare incidenti mortali. Un tempo gli isolotti de Li Galli erano attraversati da forti correnti e, mentre sembrava offrissero un riparo sicuro, in realtà portavano le navi ad incagliarsi o addirittura a sbattere sugli scogli aumentando il rischio di morte.
C’è mai stato qualcuno che è riuscito a non lasciarsi incantare dalle Sirene? Cosa c’entra Ulisse con l’arcipelago de Li Galli?
Il mito vuole che solo in due superarono Li Galli. Orfeo ed Ulisse.
Negli Argonauti il protagonista Orfeo, per evitare i rischi provocati dalle Sirene, suonò la sua fedele lira così forte da sovrastare il canto di queste affascinanti ma terribili creature marine.
Nell’Odissea di Omero invece Ulisse tappò le orecchie dei suoi marinai con della cera e poi si fece legare all’albero maestro della sua nave. Riuscì così a resistere alle tentazioni della bella Sirena Partenope che, delusa e affranta dopo il rifiuto di Ulisse, decise di lasciarsi andare alle correnti del mar Tirreno che trascinò il suo corpo fino all’isolotto di Megaride (l’attuale Borgo Marinari) da cui ebbe inizio la storia di una delle più belle città al mondo; Napoli, a molti nota anche come Partenope.
Incredibile come due “insignificanti” scogli in mezzo al mare possano dare il la ad una serie di racconti, leggende e miti. La nostra terra trasuda bellezza da ogni pietra. Una bellezza millenaria che si nutre dell’immenso patrimonio artistico e culturale.